Forse, alcuni di coloro che in qualche modo si sono avvicinati o stanno pensando di avvicinarsi a Biella Festival, si saranno chiesti (o si staranno chiedendo) per quale ragione Biella Festival non fa parte di alcuno dei circuiti che periodicamente vengono messi in essere con lo scopo apparente di dare vita a nuove sinergie. In realtà, in diverse circostanze è stato possibile constatare che dietro a quei principi sinergici che potrebbero essere condivisi, si celano obiettivi di accorpamento e di aggregazione che, consapevolmente o meno, potrebbero penalizzare in larga parte l’autonomia della nostra manifestazione. E questo è un prezzo che non intendiamo pagare. A nessuno. Il rischio di…diventare altro, segue due percorsi. Il primo è probabilmente quello meno oneroso, si riduce ad una questione di marchi e di immagine. La qual cosa comunque per Biella Festival non è trascurabile poiché, se oggi dire Biella Festival significa indicare un’oasi nella quale regnano la trasparenza e la qualità, è perchè in questi quindici anni abbiamo lavorato con serietà ed abnegazione in quella direzione. E non senza sacrifici. Abbiamo avuto il coraggio di rinunciare al rapporto con un’emittente televisiva commerciale, nel momento in cui dimostrò di non volere mantenere fede ai principi essenziali del rispetto nei confronti degli artisti e della manifestazione. Altrettanto accadde con “Demo” di RadioUno Rai allorquando ci accorgemmo che qualcosa non funzionava lungo i binari della coerenza, tra quanto richiesto e quanto offerto. Ed allo stesso modo ci comportammo e ci comportiamo nei confronti del Mei, che non ci ha mai convinti dal punto di vista etico. L’altro aspetto riguarda gli schieramenti, l’appartenenza, insomma le ideologie. Io ed i miei collaboratori non abbiamo mai voluto cedere all’assunto secondo il quale ideologia e musica possano coniugarsi, diventando in qualche modo “potere” o, in alternativa, “contropotere”. La storia di Biella Festival è costellata di testimonianze di appartenenze….mai di un’appartenenza. E tale rimarrà. Ed allora qualcuno potrà obiettare, non senza una punta di sarcasmo: vi credete migliori perchè diversi? Non lo abbiamo mai pensato. Ma è certo che neppure abbiamo pensato di svendere il marchio di Biella Festival per ricavarne consensi di appartenenza e non di merito. Lo avessimo fatto sarebbe stato come svendere noi stessi. Operazione questa che nessuna lusinga ci indurrà mai a compiere.