In questi giorni si è detto e scritto molto, forse troppo, sulla vicenda che ha visto contrapposti CrackingArt s.r.l. ed Associazione Artistica AnniVerdi. Oggetto del contendere, il pinguino blu in PVC di cui CrackingArt detiene i diritti e che è stato usato da Anniverdi per la realizzazione del video “Pinguini”, titolo omonimo del brano che si è aggiudicato la vittoria alla 17a edizione di Biella Festival Autori e Cantautori 2015. Si è parlato di un utilizzo inappropriato e non autorizzato, per il quale CrackingArt avrebbe manifestato l’intenzione di intentare una causa contro AnniVerdi, chiedendo un risarcimento di 200mila euro. In reatà, la questione si è chiusa, con la decisione di AnniVerdi di oscurare il video, decisione che ha indotto CrackingArt a desistere da ogni azione legale. Fin qui, la fredda cronaca. Ma quali sono stati i passaggi salienti di questo percorso? «Tutto è iniziato» spiega il responsabile di AnniVerdi, Giorgio Pezzana «con l’affido del pinguino ad un mio collaboratore, da parte di un personaggio in qualche modo vicino a CrackingArt. Affido senza alcuna limitazione d’uso e senza indicazioni su eventuali limiti che avrebbero potuto scaturire, soprattutto perchè il personaggio in questione era assolutamente informato del fatto che quel pinguino sarebbe stato utilizzato per la realizzazione di un video. A questo punto sono iniziate le riprese del filmato e seppure in più di una circostanza, sui siti e sui profili di AnniVerdi, mio personale e quello di Biella Festival, fossero comparse immagini di scena realizzate nel corso delle riprese, nessuno in alcun modo ha tentato di interrompere la lavorazione segnalandoci qualsivoglia irregolarità. Solo a video ultimato, quando ormai l’ufficio stampa aveva provveduto ad una prima diffusione accompagnata dal relativo comunicato, è giunta la doccia gelata del veto di CrackingArt, nella persona dell’amministratore delegato Paolo Bettinardi. Una persona che, al di fuori dell’incarico amministrativo che lo aveva indotto ad inviarci uno scritto estremamente aggressivo, si è rivelato di estrema gentilezza. E’ dunque stato facile chiarire con lui i vari aspetti della vicenda, rilevando l’assoluta buona fede di AnniVerdi. Il che non ha però potuto condurre al ripristino del video poiché l’immagine di quel pinguino appartiene all’epoca iniziale del percorso artistico di CrackingArt e si avvale di tutele e diritti ineludibili. Personalmente, pur con la convinzione che non tutte le colpe fossero attribuibili ad AnniVerdi, ho rinunciato ad ogni irrigidimento anche per tutelare collaboratori ed amici che nel contesto di una eventuale causa legale, avrebbero potuto essere chiamati a rispondere in solido- Ciò pur senza esplicite responsabilità soggettive o, nella peggiore delle ipotesi, colpevoli di leggerezze non determinate da alcun interesse economico, visto che il videoclip era destinato a promuovere il brano vincitore di Biella Festival 2015, valorizzando nel contempo il territorio biellese ed alcune delle sue eccellenze, tra le quali certamente CrackingArt., senza però essere destinato alla riproduzione e, di conseguenza, alla vendita. AnniVerdi ora penserà ad un nuovo video destinato alla promozione del brano de I Titoli di Coda. Con Bettinardi e CrackingArt è rimasta l’intesa per eventuali future collaborazioni, nel rispetto dei reciproci diritti e delle reciproche aspettative».