Festival per emergenti. Ma perché pagare?

Riportiamo l’articolo pubblicato anche dalla rivista online “Un’altra Music@” (www.musicamag.com)

Mi ritrovo in questi giorni a riflettere sui contenuti di una diatriba annosa, oggetto di confronti ed anche di liti in epoche più o meno lontane, oggi tornata fortemente di attualità, anche per gli effetti della crisi economica che pone interrogativi ed incertezze anche laddove, sino ad un paio di anni or sono, vi erano solo risposte consolidate e certezze quasi assolute. L’Italia pullula di concorsi. Di ogni tipo. In ambito musicale poi, ve ne sono per tutti i gusti e per tutti i talenti ( o presunti tali, sino a prova contraria). Ma perchè, quasi sempre, chi vi partecipa deve pagare le cosiddette “tasse di icrizione” o “quote di partecipazione”? Perchè un artista emergente, con tutto il suo bagaglio di sogni, di speranze, di ansie e di inevitabili delusioni, dovrebbe pagare soltanto per farsi ascoltare?