Quella appena trascorsa, è stata una domenica intensa, una domenica iniziata e terminata con la musica. Abbiamo ascoltato tante e tante cose, tante e tante volte, per arrivare a decidere i nomi dei 12 finalisti della prossima edizione di Biella Festival. Vado sostenendo, sin dalla prima edizione, che i sogni meritano rispetto, spesso più della realtà. Perchè i sogni sono portatori di attese, di gioia, talvolta anche ci delusioni, ma ci rendono vivi, dicono a noi stessi che stiamo credendo in qualcosa per cui val la pena ogni mattina scendere dal letto ed iniziare il cammino. Proprio per questo, nel momento doloroso delle scelte, non abbiamo avuto “eliminati”, ma solo cantautori emergenti che con una canzone nuova e diversa il prossimo anno potrebbero ottenere quella gratificazione che quest’anno è sfumata. Biella Festival non chiede soldi ai ragazzi (né sotto forma di tasse di iscrizione, né per spese di segreteria) perchè i sogni non pagano pegno ma, anzi, spesso fanno sognare. I posti per la finale erano 12. Si sono imposte delle scelte. Se Biella Festival fosse stato ancora quello di alcuni anni or sono, quando i finalisti erano 20, ci sarebbero stati motivati spazi per 20 progetti e fors’anche per un’altra decina. Ma poi inesorabile la mannaia sarebbe caduta nel corso della prima serata per cinque proposte. E non è rispettoso smuovere chi viene da lontano per rimandarlo a casa poche ore dopo. Biella Festival è anche questo. Da sempre sa offrire un minimo di attenzione e di rispetto a chi crede in ciò che fa. Benarrivati dunque ai dodici finalisti. E un grazie con un abbraccio a chi è solo “rimandato”. Qui di “bocciati” non ve ne sono. Qui ci sono solo amici che speriamo di ritrovare il prossimo anno.